Dedicato a quei "papà" che non sono proprio papà papà
14:22
Questa è la mia famiglia, c'è tra di voi chi ci conosce già, c'è chi sa chi è mia mamma e quella piccola peste di mio fratello ma solo pochi sanno chi è quel simpatico signore al centro.
Per quelli che mi conoscono da pù tempo lui è Marco, per i nuovi è solo mio papà, quello acquisito però, perchè io qualcuno che chiamavo papà ce l'avevo già. Oggi voglio dedicare questo lungo post a quei papà "acquisiti" e a quelle mamme a cui è toccato fare anche da papà, quindi ad una serie di persone che in questi anni sono stati la mia figura paterna. Per me è importante perchè spesso queste figure non sono riconosciute e non se ne parla abbastanza spesso.
Vorrei iniziare parlando di mia mamma, che so che non rimane impressionata da queste cose perchè lei è una donna tutto d'un pezzo che crede fermamente nella futilità delle parole e nell'importanza dei fatti, ma io sono una che le cose raramente le dice, di certo non direttamente ai miei genitori.
Mia mamma è un TOP topic, se avete parlato con me almeno una volta è venuta fuori in un qualche discorso, non si salva nessuno, parlo spesso di lei, quasi quanto parlo di me stessa ma è perchè è stata la mia figura di riferimento per tutta la vita, potrei quasi affermare che mi ha cresciuta da sola, le è toccato farmi da madre e padre e quando ci si trova in questa situazione si è più propensi ad essere severi e spesso tocca prediligere il no al si.
Certo, anch'io ho avuto un papà papà, quello biologico si intende, era un ingegnere che per certi versi non differiva molto da mia madre, etica del lavoro come zoccolo duro e l'assoluta importanza dell'istruzione, "puoi tralasciare tutto ma non i tuoi studi" mi diceva spesso. Una cosa che però mi ha dato che forse mi è mancato nel corso degli anni e che in qualche modo ho sempre cercato nelle persone è l'affetto, chiunque lo abbia conosciuto sa che aveva un cuore grande. Ah, per non tralasciare la sensibilità; mia mamma, come ho già detto, è una donna tutta d'un pezzo che mi ha cresciuta in modo da essere una donna forte e indipendente, mio padre invece mi ha lasciato come eredità la sensibilità, in poche parole la lacrima facile.
E poi agli otto anni è arrivato lui, Marco Tallo. Mia mamma me ne aveva parlato per la prima volta quando vivevo a Santo Domingo e la cosa che mi piaceva dire più in giro era: "mia mamma sta con un signore che vive in un castello", che in realtà ci lavora soltanto, ma faceva figo dirlo.
Penso che ci voglia una grande dose di coraggio e un amore incommensurabile per accettare di crescere il figlio di qualcun altro. Tra l'altro, non ho ancora capito come sia riuscito a sopportare mia madre così a lungo, ma penso la ami ancora nonostante sia una donna difficile.
Per quanto riguarda me non avrei potuto chiedere di meglio perchè mi è stato donato non solo un nuovo papà ma con annessi dei nonni fantastici che mi hanno amata fin dal primo giorno.
All'inizio non è mai facile perchè sai che quella persona non è tuo padre e penso che inizialmente anche per lui io fossi figlia di mia madre, ma nonostante questo non mi ha mai trattata come qualcosa di "non suo". Ok, non sono brava ad esprimere il concetto ma spero si sia capito.
Sono certa che non sarei la persona che sono se non ci fosse stato anche lui perchè mi ha insegnato l'importanza della manualità, in generale il senso pratico che mi mancava essendo più una da libri che non da saper fare. L'andare per campi, esplorare invece che stare rinchiusa in casa e la coordinazione mano occhio che mi mancava. Con lui sono andata a vendemmiare, abbiamo tagliato la legna col nonno, abbiamo spalato la neve dai nonni e gli ho fatto da assistente in tutti i diversi lavoretti da manny,per non dimenticare le sere a ballare a Las Terrenas.
E poi il regalo in assoluto migliore è stato Christian, che non era programmato da quel che dice mia mamma. Quel piccolo mostricciattolo è stato ciò che ci ha resi una vera famiglia, è stato ciò che ci ha uniti tutti, non so come spiegarvelo...è stato il punto di svolta. Prima eravamo la tipica famiglia del nord dove entrambi i genitori lavorano e ci si vede solo la sera per cena, poi invece è cambiato tutto e dovendo prenderci tutti cura del nuovo arrivato ha sviluppato in tutti noi un qualcosa di più. Con la sua nascita non mi sono sentita esclusa, anzi, abbiamo iniziato a fare sempre più cose insieme come famiglia e anche se il rapporto tra mio fratello e mio papà è di pura simbiosi (sono I N S E P A R A B I L I) mi sono sentita anch'io figlia, sua figlia.
Tutta questa solfa per fare gli auguri a tutti i papà, biologici, adottivi ed acquisiti e alle mamme single che hanno dovuto essere in qualche modo anche papà.
So che la mia esperienza non è unica e ci sono anche tante altre persone che, come me, hanno avuto figure paterne diverse e che spesso non sai come esprimere i sentimenti verso questi "quasi papà"; non sai mai se chiamarlo papà e quando lo fai ti sembra un po' strano e non sai se realmente puoi, se sia giusto, sbagliato, accettato. Io, per esempio, taglio la testa al toro non chiamandolo in nessun modo, ma in rubrica l'ho salvato come "papino", perchè ho capito che papà è chi ti cresce, e per me lui è il mio papà e io sono sua figlia. C'è sempre stato in tutti questi anni per me, quando mi serviva qualcosa ma anche da supporto morale quando ce l'avevo a morte con mia madre; se avevo un problema lui c'era e so che sempre ci sarà.
Non sono mai riuscita a ringraziarlo davvero, perchè è uno di quegli argomenti un po' taboo, ci piace darli per scontato quando la verità è che non si trovano mai le parole giuste per dire una cosa apparentemente così semplice ma nello stesso tempo così complicata.
E nulla, se vi trovate nella mia stessa situazione prendete un po' del vostro tempo e fate gli auguri a queste persone perchè si meritano a tutti gli effetti un: "Ti voglio bene, papà".
ps: vi lascio anche queste belle foto di noi perchè c'è da ammettere che siamo davvero belli
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